Dalla nascita ai 7-9 mesi, il bambino sperimenta migliaia di situazioni che si svolgono all’interno della coppia costituita da lui e dalla mamma, le quali costituiscono un’esperienza intersoggettività primaria. Mentre il bambino, operando nel suo limitatissimo mondo, scopre e matura abilità necessarie per conoscere se stesso, gli oggetti e le proprie influenze sugli oggetti, scopre anche che la mamma è un oggetto particolarmente interessante, a cui egli è orientato.

La mamma nei primissimi anni di sviluppo del bambino

La mamma, infatti, si occupa non solo di nutrire, accudire e proteggere, ma è anche il soggetto principale che offre al bambino stimoli ed esperienze che favoriscono in lui la comparsa di nuove abilità pronte a svilupparsi e che egli integrerà nella sua dotazione di preesistenti conoscenze. Ciò che è nel bambino, in quel singolo bambino e in tutti i bambini, e nella mamma, in quella singola mamma e in tutte le mamme, gioca quindi fin da ora una grande importanza. Il quadro che ne uscirà, se mamma e bambino sono normalmente dotati, sarà comune: un essere umano come lo sono altri sei miliardi, ma anche unico: quell’essere umano.
Cosa c’è nel bambino? Innanzitutto ci sono attività e interesse per l’attività; capacità di orientamento, ovvero attiva risposta di attenzione quando compare un nuovo stimolo e permanere dell’attenzione quando lo stimolo è riconosciuto come rilevante. C’è poi una predisposizione a riconoscere come rilevanti gli stimoli provenienti da un viso umano, soprattutto da quello della madre. Il bambino ha un temperamento, cioè una particolare, individuale struttura per cui una dose di stimoli viene ritenuta scarsa o giusta o eccessiva, e a seconda del quale egli può facilmente stancarsi e avere bisogno di riposo oppure manifestare una forza inesauribile. Egli ha inoltre un’innata predisposizione ad alternarsi alla madre nei turni convenzionali secondo tempi da un lato individuali (in base al temperamento) e dell’altro comuni alla specie. Egli possiede poi una solida rete di capacità sensoriali costanti e l’abilità di incrociare i diversi canali sensoriali in modo da creare rapidamente nuove forme, nuovi suoni, nuovi ritmi originati da questo incrocio.
E’ nelle informazioni provenienti dai sensi che il bambino va volentieri a cercare e a creare nuove esperienze: gli piacciono i suoni, i colori, i rumori, i movimenti, le carezze e il solletico, le forme della cose, dei visi e di se stesso; tutto ciò sempre in relazione al suo temperamento.

L’intersoggetività primaria e il dialogo con la madre

Ecco un bambino visto in alcuni momenti di questo percorso: è capace di stare per lunghi momenti in dialogo con il suo piede, con le farfalle appese alla culla, con gli oggetti che fa cadere dal seggiolone, che spariscono facendo rumore e che poi ricompaiono quando tira le cinghie per sporgersi a guardare.
Ha poi lunghi momenti di dialogo con la sua mamma: sorrisi ricambiati, ricevuti, provocati, alternanza di suoni, di ritmi e di movimenti del corpo (pensiamo al rituale del fasciatoio). Verso i 7-9 mesi, tutti questi scambi e queste esperienze si consolidano in una sempre maggiore capacità di attirare l’attenzione; i suoni diventano sempre più codificati; il bambino comincia ad anticipare la comparsa della mamma e delle sue azioni; comincia a interessarsi sempre di più a ciò che la mamma fa con gli oggetti e a ciò che gli stesso può fare con gli oggetti.
Poi succede qualcosa di molto importante: il bambino comincia a spostarsi. La relazione di coppia con la mamma comincia allora a variare a seconda di distanze, angoli, punti di vista che non dipendono più soltanto da dove il bambino è stato messo: egli può arrivare da solo a vedere più da vicino una cosa, a vedere la mamma da un altro angolo o da una distanza maggiore. Aiutato dalla sua mamma, il bambino scopre quindi il piacere e la necessità di uno scambio sociale basato su abilità innate e sul suo temperamento, a cui la mamma si è prontamente adattata. Questo scambio di gesti, suoni, movimenti, oggetti interessanti e contatti corporei con la figura materna è la prima forma di intersoggettività, indispensabile per una base sicura.

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