Tutti noi siamo venuti a conoscenza della tragedia successa a Palermo ai danni di una bambina di 10 anni, morta per una presunta challange su Tik Tok. Ma cosa spinge esattamente ragazzi giovani a mettere in atto comportamenti legati a sfide di quel tipo, ignorandone talvolta le conseguenze? A partire dalla preadolescenza, e con un picco a metà della fase adolescenziale, si intensifica l’attività dei circuiti cerebrali che utilizzano la dopamina, neurotrasmettitore che ha un ruolo importante nel creare la spinta a cercare gratificazioni.

Perché gli adolescenti partecipano alle challenge su tik tok?

E’ a causa del livello della dopamina, dunque, dalle ricerche scientifiche inferiore in età adolescenziale, che i ragazzi sarebbero attratti da esperienze elettrizzanti capaci di dare sensazioni di euforia. L’aumento spontaneo di dopamina sarebbe inoltre il responsabile che induce i ragazzi a concentrarsi solo sulle gratificazioni positive, prestando meno attenzione ai potenziali rischi ed effetti negativi.

Social network e dipendenza

Un altro effetto derivante dall’incremento nel rilascio di dopamina è la predisposizione allo sviluppo di dipendenze, infatti tutti i comportamenti e le sostanze capaci di creare dipendenza determinano il rilascio di dopamina. L’uso massiccio dei dispositivi elettronici da parte dei ragazzi (cellulari, tablet, play station, ecc.) corrisponde al meccanismo sopra descritto, con il rischio di creare stati di dipendenza.
Un’intensa attivazione dei circuiti della dopamina ci spinge a cercare gratificazione e appagamento, ma negli anni della adolescenza la ricerca di una ricompensa è amplificata dal considerare solo i Pro di una situazione, dando meno peso ai fattori di rischio.

Uso e non abuso dei social network

Come un genitore può affrontare al meglio questa delicata fase? Fondamentale, sia per i teenager sia che per i genitori, è avere un atteggiamento di rispetto e non di disprezzo, verso i cambiamenti importanti e necessari che intervengono nella mente durante l’adolescenza. L’idea, ad esempio è quella di rispettare la passione per il rischio e per l’avventura in generale, alimentata dalla dopamina, convogliandola però adeguatamente. Rispettare, però, non significa rinunciare a porre dei limiti. In materia di dispositivi elettronici, per esempio, sarebbe utile da parte del genitore stipulare una sorta di patto che non ne proibisca l’uso, ma ne limiti il tempo di accesso. Un vero e proprio contratto, firmato, in cui si incontrino le mani e le menti di due diverse generazioni che creano collaborazione. Se il patto non venisse rispettato saranno previste sanzioni, proprio come nella vita quotidiana esistono se non ci atteniamo a delle regole, del codice stradale per esempio. Infine ogni genitore dovrebbe tenere a mente che i ragazzi hanno bisogno dei nostri no e dei nostri limiti, poiché è questo contenimento che genera sensazioni di protezione e di base sicura. La vera sfida è quella di considerare le potenzialità della mente adolescente in formazione come un punto di forza e non di debolezza.

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